L'angolo dei film: Ombre rosse

giovedì, febbraio 09, 2017

Oggi vi parlo di un film appartenente ad un genere che non ho ancora mai trattato qui sul blog, il Western. Ammetto in realtà di non aver avuto qualche pregiudizio su questo genere, quando però per il mio esame di Storia del cinema ho dovuto vedere questo film in particolare, la bellezza del cast, la struttura narrativa e le immagini spettacolari e innovative per l'epoca mi hanno davvero colpito. E poichè è considerato il prototipo del film western ed è uno dei più famosi della storia di questo genere, non potevo non farci un post (che peraltro mi è stato specificatamente richiesto sulla pagina facebook e quindi lo faccio volentieri). 

Ombre rosse, il cui titolo originale è Stagecoach (La diligenza), è un film del 1939 diretto da John Ford con protagonisti John Wayne, Claire Trevor e Thomas Mitchell. Nella versione italiana il titolo si riferisce alla minaccia incombente dei Pellerossa

Trailer originale:

La trama in breve: Il film racconta il viaggio di una diligenza con a bordo nove passeggeri che deve giungere da Tonto in Arizona a Lordsburg nel New Mexico sotto la minaccia incombente dell'attacco da parte della tribù indiana degli Apache guidata da Geronimo. 
Alcune foto del film
Foto promozionali
Il film è tratto dal racconto dell'aprile del 1937 Stage to Lordsburg (Il percorso verso Lordsburg) di Ernest Haycox comparso sulla rivista Collier's Weekly, ispirato a sua volta a Boule de suif  (Palla di sego) un racconto del 1880 di Guy de Maupassant. La storia è incentrata sul viaggio in diligenza di 9 personaggi appartenenti rispettivamente a due diverse categorie sociali, i benestanti e gli emarginati.

I film western fino alla fine degli anni '30 sono considerati quasi di serie B, per il basso budget che richiedono, le trame molto semplici e per gli attori poco conosciuti. John Ford torna a cimentarsi con questo genere dopo esserne stato lontano 13 anni, e con questo film dà nuova linfa al Western nobilitando e facendolo diventare di successo. Più che al conflitto nei confronti degli Indiani, Ford è interessato ad esplorare quello sociale.
Dopo aver comprato i diritti del racconto per 7.500 dollari John Ford bussa alla porta di diverse case di produzione, la Fox, MGM e la Warner Brothers che però rifiutano considerando il genere western ormai in declino. Inizialmente si dimostra interessato David O. Selznick ma quando impone grandi Star come Gary Cooper e Marlene Dietrich Ford insiste che non si può spendere gran parte del budget per gli attori e decide di cercare altrove. Arriva al produttore indipendente Walter Wanger che accetta di produrre il film dandogli un budget abbastanza basso, 500.000 dollari: Ford accetta di lavorare per 50.000 dollari, un salario più basso del solito, così come lo stesso sceneggiatore Dudley Nichols (collaboratore di lunga data di Ford) e il resto del cast accetta una riduzione del compenso.
Per la parte del protagonista Ringo vengono considerati in un primo momento Errol Flynn e Joel McCrea, i quali però rifiutano. Così Ford decide di assegnare la parte a John Wayne che ha già lavorato con lui dal 1928 in diversi film senza tuttavia aver ancora raggiunto il successo (ci penserà questo film a lanciare il mito John Wayne). Ringo è un evaso condannato ingiustamente e assetato di vendetta, diretto a Lordsburg dove si trovano i fratelli Plummer responsabili della morte del padre e del fratello. E' l'ultimo dei personaggi ad entrare in scena e Ford gli riserva un'entrata in scena da Star. Anzitutto viene annunciato qualche scena prima in modo che si crei l'aspettativa nel pubblico, poi si sente lo sparo e viene inquadrato da lontano; segue una carrellata in avanti fino a mostrare il  volto in primissimo piano.

Per Dallas, la prostituta emarginata dalla società e cacciata dalla "lega della moralità", inizialmente John Ford vorrebbe Katharine Hepburn che ha già diretto nel '36 in Maria di Scozia (e con la quale ha intrecciato una relazione amorosa), ma alla fine viene scelta Claire Trevor, che dagli anni '40 verrà soprannominata la "regina dei film noir" per i ruoli da femme fatale.
Il Dottor Josiah Boone è interpretato da Thomas Mitchell (Gerald O'Hara in Via col vento, lo zio Bill in La vita è meravigliosa, il giudice Henry Blake in Angeli con la pistola). Incarna lo stesso vizio di Ford, l'alcol. Con la sua interpretazione in questo film si aggiudicherà l'Oscar come Migliore attore non protagonista.
Il giocatore d'azzardo Hatfield è interpretato da John Carradine (Aronne ne I Dieci comandamenti). Nella mitologia western il giocatore (così come il bandito e il pellerossa) è considerato un personaggio negativo perchè contrasta il bene della società; Ford riscatta questa figura facendolo redimere soprattutto attraverso la devozione e protezione nei confronti di Lucy. E' figlio di un aristocratico e ha combattuto con gli Stati Confederati Sudisti. In diverse occasioni viene mostrato il suo comportamento d'onore, quando copre con il proprio mantello la donna trovata morta e quando avvicina la propria pistola alla tempia di Lucy pensando di evitarle di essere rapita e violentata dagli indiani. John Carradine ha già lavorato con Ford in Maria di Scozia nel '36 e Uragano nel '37 e per questo film viene preso in prestito dalla 20th Century Fox.

Lucy Mallory, moglie incinta di un ufficiale dell'esercito è interpretata da Louise Platt. La Platt negli anni '50 e '60 si dedicherà più che altro alla televisione, e comparirà in diverse serie TV come Sentieri e Alfred Hitchcock presenta.

Samuel Peacock è un rappresentante di liquori ed è interpretato dal caratterista Donald Meek (ha interpretato L'Eterna illusione di Frank Capra del '38). Ford lo chiama Peacock che in inglese significa Pavone proprio per segnare il contrasto della sua natura timida e riservata, modesto al punto che nessuno si ricorda il suo nome e addirittura lo credono un prete; è portatore, anche se in chiave comica, delle idee di Ford su carità e amore per gli altri.
Il banchiere disonesto Henry Gatewood è interpretato da Berton Churchill è il personaggio più negativo presentato da Ford. Ruba e come aggravante scappa. John Ford che condivide la politica di Franklin Delano Roosevelt, affida al banchiere il discorso politico in cui si lamenta proprio della politica sociale e delle troppe tasse, andando quindi contro Roosevelt, ma avendo messo queste parole in bocca ad un personaggio negativo il risultato che raggiunge Ford è quello di esaltare la politica Rooseveltiana del New-Deal.
Lo sceriffo Charlie Wilcox è interpretato da George Bancroft (che in E' arrivata la felicità interpreta MacWade) e insieme al postiglione Buck, interpretato da Andy Devine, rappresenta gli intermezzi comici che separano il campo lunghissimo sul paesaggio dalle scene all'interno della diligenza, prima delle quali infatti c'è sempre una scena dei personaggi a "cassetta". Devine viene preso in prestito dalla Universal.

Foto sul set del regista John Ford, la troupe e il cast
Una sequenza molto importante nel film è quella del parto: lo è anzitutto dal punto narrativo in quanto segna il cambio di rotta di due personaggi, quello del Dottore e di Lucy. Ma è ancora più importante dal punto di vista stilistico per come vengono rappresentati gli ambienti. Ford sceglie di riprendere in un ambiente interno di notte, soprattutto inquadrando i soffitti (una cosa inusuale) per dare l'effetto claustrofobico in confronto al senso di apertura della Monument Valley, enfatizzando le ombre dei personaggi con giochi di luce e con l'uso attento della profondità di campo (Dallas che si allontana ma resta a fuoco come le figure in primo piano). Il regista Orson Welles pare abbia voluto vedere questo film una 40ina di volte e in particolare questa scena prima di realizzare Quarto potere.

La scena dell'attraversamento del fiume ha creato diversi problemi al regista, che arriva al punto di toglierla dal copione quando gli viene in aiuto lo stuntman Yakima Canutt che suggerisce di legare alla diligenza dei tronchi vuoti che l'avrebbero fatta galleggiare, permettendogli di girare la scena.

Ma Cannutt è soprattutto ricordato per le straordinarie e pericolose acrobazie fatte nella scena dell'attacco alla diligenza da parte dei Pellerossa. E' sicuramente la scena più famosa del film: John Ford apre la sequenza con una panoramica (verso sinistra), il movimento di macchina per il quale la cinepresa gira sul proprio asse, che porta alla scoperta dei Pellerossa appostati sulle colline. La musica ricopre una notevole importanza in questa scena, dapprima è non diegetica (di accompagnamento, non sentita dai personaggi) poi quando viene sparato un colpo all'interno della diligenza la musica diventa diegetica e la fonte è esplicitata: sono gli squilli di tromba che segnano "l'arrivo della cavalleria".  Nell'inseguimento c'è uno scavalcamento di campo (solitamente l'occhio della cinepresa segue la regola del non oltrepassare l'angolo di 180° per non dare allo spettatore una sensazione di rovesciamento). La folle corsa viene ripresa da un'automobile che affianca la diligenza alla velocità di 60 km orari. L’indiano, interpretato da Yakima Canutt, salta dal suo cavallo a quello a guida della diligenza e poi dopo essere stato colpito da Ringo cade sulle stanghe e poi per terra, sotto i cavalli e la diligenza (una scena che Spielberg omaggia nel suo film I predatori dell'Arca perduta).
A Ford una volta hanno chiesto come mai gli indiani non hanno sparato ai cavalli che tiravano la diligenza, evitando il forsennato inseguimento, e lui ha risposto che prima di tutto se lo avessero fatto il film sarebbe finito subito, e poi che essendo i cavalli considerati dagli indiani una ricchezza avrebbero comunque evitato di ucciderli.
LOCATION: Protagonista almeno quanto gli attori è l'ambientazione: la Monument Valley è l'estesa pianura che si trova sul confine tra lo Utah e l'Arizona, sull'altopiano del Colorado nella Navajo Nation Reservation (ancora oggi abitata da una tribù indiana dei Navajo). Di origine fluviale questa sconfinata distesa desertica è caratterizzata dalla presenza di alcune guglie rocciose chiamate Mitten, delle torri rossastre il cui colore è dato dall'ossido di ferro (la più alta raggiunge i 300 metri).
Una leggenda vuole che Ford sia arrivato a scegliere la Monument Valley come location dei propri film perché rimasto affascinato dopo aver visto delle fotografie portate a Hollywood da Harry Goulding proprietario di una piccola pensione nella Monument Valley, il Goulging's Lodge, che esiste ancora oggi.
I Navajo residenti nella riserva in questo film interpretano gli Apache e nei successivi di Ford vestiranno i panni anche delle tribù Cheyenne e Comanche (addirittura a seconda delle necessità cinematografiche si cimentano nella danza della pioggia). Questi film, grazie al molto lavoro che portano, si rivelano un vero e proprio boom per l'economia locale del popolo Navajo.
Dopo John Ford altri registi girano i propri film nella Monument Valley, come Sergio Leone che prima girava in Spagna.
La Monument Valley nel film e oggi

La premiere del film si tiene il 15 febbraio a Los Angeles, e da Marzo la pellicola viene distribuita nel resto delle sale del Paese.  Costato 531.374 dollari, il film ottiene un successo immediato e al botteghino guadagna 1 milione e 103.757 dollari.

Ombre rosse si presenta agli Oscar del 1940 (l'anno in cui trionfa Via col vento) con 7 nomination:      Miglior attore non protagonista a Thomas Mitchell, Miglior colonna sonora, Miglior film, Migliore regia, Migliore fotografia, Migliore scenografia e Miglior montaggio, vincendo nelle due prime categorie.
Spencer Tracy consegna l'Oscar a Thomas Mitchell

LE VOCI: Questo film è un capolavoro anche dal punto di vista dei doppiatori scelti per prestare la voce ai protagonisti. Abbiamo Emilio Cigoli che doppia Ringo, Tina Lattanzi che doppia Dallas, Lydia Simoneschi che presta la voce a Lucy, Gualterio De Angelis è il giocatore Heartfield, mentre rispettivamente lo sceriffo e Buck sono interpretati da Mario Besesti con la sua voce possente e Carlo Romano con la sua caratteristica voce comica. Infine Lauro Gazzolo dà la voce al timido sig. Peacock.

QUOTES:

Dott. Boone: Jerry, devo ammettere che, economicamente, non ho molto contribuito alla floridezza del vostro esercizio. Ma... Immagino che potreste darmene ancora uno a credito?
Barista: Se le chiacchiere fossero denaro, Doc, voi sareste il mio miglior cliente.

Dallas: Ma non ho il diritto di vivere anch'io? Che cosa ho fatto?
Dott. Boone: Vedi, noi due siamo vittime di una malattia sociale che va sotto il nome di pregiudizio. Quelle signore della Lega della Moralità stanno spazzando via tutti i rifiuti della città. Coraggio, diventa anche tu un glorioso rottame come me.

Banchiere: A che cosa serve il governo, insomma: invece di proteggere gli uomini d'affari, caccia il naso negli affari loro. Poi hanno intenzione di creare dei revisori di banche, come se noi banchieri non conoscessimo il nostro mestiere. Anzi, proprio prima di partire ho ricevuto una lettera in cui mi si diceva che sarebbero venuti a ispezionare la mia contabilità. Io ho un motto, che dovrebbe essere riportato su tutti i giornali: l'america agli americani, il governo non deve mischiarsi degli affari ma ridurre le tasse. Il debito pubblico ha raggiunto l'apice ormai, più di un miliardo di dollari all'anno. Sapete di che cosa ha bisogno la nazione? Di un presidente che sia un uomo d'affari

Heartfield: Un gentiluomo non fuma in presenza di una signora.
Dott. Boone: Tre settimane fa ho estratto un proiettile a un tale che era stato ferito da un gentiluomo. Il proiettile era nella schiena.
 
Ringo: Ero un bravo cowboy, ma successe qualcosa.
Dallas: Già, è così. Succede sempre qualcosa.

Dott. Boone: Per vostra regola io non sono un filosofo, ma un fatalista: il proiettile o la bottiglia che un giorno dovranno porre fine alla mia terrena esistenza certo esistono in qualche posto, ma perché preoccuparmi del dove e del quando? 

Sceriffo: Cosa c'è, Chris?
Chris: Mia moglie, Yakima... è scappata. Quando mi sono svegliato, lei non c'era più.
Sceriffo: Non c'è bisogno di gridare il questo modo... Ti puoi trovare un'altra moglie.
Chris: Certo che posso trovare un'altra moglie, ma si è presa il mio fucile e la cavalla . Era così bella.  Io ci ero affezionato. Le davo qualche frustata ma lei non ci faceva caso.
Dott. Boone: Chi? Tua moglie?
Chris: No. la mia cavalla. A trovare un'altra moglie si fa presto ma una cavalla del genere non la trovo più.

Dallas: E 'stato tutto un sogno folle che mi aveva allontanato dalla realtà. Diciamoci addio qui, Ringo.
Ringo: Noi non ci diremo mai addio.¨

Dott. Boone: E così si sono salvati tutti e due dalle delizie della civiltà.
Sceriffo: Già

CLIP:

Il banchiere

La cena

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1 commenti

  1. Complimenti. Cercavo di capire perché hatfield avesse puntato la pistola alla tempia di Lucy e mi sono imbattuto in questo splendido post. Il migliore

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